Lunedì 12 ottobre 2020 è andato in onda il secondo appuntamento della nuova era del Premiato Circo Volante del Barone Rosso. Come sempre, il padrone di casa Red Ronnie, fedele alla sua missione, ha dato spazio ad artisti ancora poco conosciuti e meritevoli, in una puntata all’insegna di sorprendenti scoperte, buona musica live e dello stare bene insieme.

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La serata si apre raggiungendo al telefono un personaggio molto amato, Claudio Gallo Golinelli, da quarant’anni mitico bassista di Vasco Rossi. Oggi compie i suoi “primi settant’anni” e la festa assume una valenza particolare, perché Gallo è reduce da un delicato trapianto di fegato ed è appena tornato a casa dall’ospedale. Come sappiamo è forte, anzi è una sorta di alieno o Highlander, capace di superare le prove più dure, ma rincuora ed emoziona risentire la sua voce vivace e la sua risata contagiosa. Lo aspettiamo presto al Premiato Circo Volante a suonare di nuovo con la sua band.

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La prima artista ad entrare in studio in questa puntata è una conoscenza recente di Red Ronnie: Micol Arpa Rock. Durante il periodo del lockdown, Red aveva ascoltato una sua originalissima versione di “Bella Ciao”. Erano seguiti alcuni collegamenti via Skype, ma questa è la prima occasione che Red e le persone da casa hanno di apprezzarla dal vivo in studio. Micol è bella da vedere e da ascoltare. Il rapporto che ha con il suo strumento è coinvolgente: sembra essere un tutt’uno con l’arpa ed accompagnare con i movimenti del corpo e le espressioni del viso le note che esegue. L’energia che emana dai brani che propone, stasera è enfatizzata da Vittorio Longobardi al basso e da Manuel Moscaritolo alla batteria. Il loro live inizia con “Smell Like Teen Spirit” dei Nirvana e continua con “Romeo and Juliet” dei Dire Straits e “Stairway To Heaven” dei Led Zeppelin. Micol fa poi ascoltare un brano di sua composizione, che si intitola “Caribe” ed è tratto dal suo album “Play”.

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Poi si sposta sul divano accanto al padrone di casa e racconta con entusiasmo la sua storia: è di Genova, ma si è diplomata in arpa al Conservatorio di Perugia a soli diciotto anni. È stata tra le file di orchestre prestigiose, ma le prospettive per gli arpisti erano davvero poche. Così ha cominciato a sognare un palco da solista ed ha intensificato la sua attività di composizione ed arrangiamento. Con molto coraggio ha poi deciso di abbandonare le orchestre e di esibirsi da busker. Ha inventato un cubo per suonare stando in piedi e ha chiarito il suo stile rock. Pian piano si è fatta conoscere e sono iniziate le collaborazioni importanti: ha aperto i concerti della PFM, di Edoardo Bennato, Goran Bregovich, Angelo Branduardi e molti altri. Dal vivo regala ancora emozioni con “Bohemian Rhapsody” dei Queen, “Space Oddity” di David Bowie, “Born to Run” di Bruce Springsteen. La sua versione di “Firth Of Fifth” dei Genesis è talmente simile all’originale, che Facebook blocca la diretta della trasmissione! Chiude la sua partecipazione con “Arpa Libre” e promette di tornare presto ad allietarci con altri brani.

Altra scoperta della serata sono i Savana Funk, power trio di Bologna. Iniziano a farsi conoscere musicalmente con il loro brano “Timbuctù Calling”, che nel titolo e nelle sonorità omaggia l’album di Ry Cooder con Ali Farka Touré. Il loro sound è molto coinvolgente ed energetico, un vero godimento per le orecchie del pubblico. Si comprende subito che si tratta di musicisti esperti, con un bel tocco sui rispettivi strumenti, che divertono, divertendosi. Bologna è la città che li ha adottati, ma la loro storia personale è più variegata: il bassista, Blake Franchetto, è nato a Londra da babbo ghanese e mamma italiana; il batterista, Youssef Ait Bouazza, è berbero-romagnolo e il chitarrista, Aldo Betto, è veneto-siciliano. I loro brani sono caratterizzati da una linea ritmica potente e ricevono molti complimenti per la tecnica e le sonorità create. Sono al loro terzo album, che Red mostra anche in trasmissione, in versione vinile. Gli altri pezzi che propongono sono: “Savana Funk”, da cui hanno preso il nome; una loro versione di “Ain’t Funky Now” di James Brown e infine “Zara”, una loro composizione, ispirata alla vita della nonna berbera del batterista.

Leo Cavalli della Fonoprint, torna a trovare Red Ronnie anche questa settimana per parlare di un interessante progetto di cui si è fatto promotore: Effetto Viola. Si tratta di un’innovativa neuro-tecnologia che abbina musica binaurale ed onde cerebrali. E’ frutto di uno studio durato quindici anni e svolto all’Ospedale Galliera di Genova, unito ad una scoperta fatta negli anni ’60 e riguardante le frequenze binaurali. Il risultato è che inserendo un’onda cerebrale propria di un soggetto calmo in tale tipo di suoni, si può indurre relax anche nell’ascoltatore. Ne sentiremo parlare ancora.

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Dopo il videomessaggio della scorsa settimana, è finalmente in studio Diego Conti e, chitarra e voce, ci propone subito il suo brano “L’ultima volta”. Con lo sguardo nascosto dietro occhiali e capelli scarmigliati, canta di una storia d’amore finita, che però torna nel pensiero. Anche l’altra canzone che ci fa ascoltare, “Tre gradi”, è stata scritta per la stessa ragazza bellissima, dopo una notte fredda trascorsa insieme, scaldati solo dalla passione. Tra un brano e l’altro ci racconta anche di sé: è di Patrica, in provincia di Frosinone, ha venticinque anni e ha avuto la fortuna di crescere in una famiglia che da sempre ama la musica. Ha chiesto in dono la sua prima chitarra a dieci anni e da quel giorno ha sentito una grossa responsabilità nel comunicare e nel seguire il suo sogno di diventare cantautore. Da allora non si è mai fermato. In questi giorni ha ricevuto alcuni dei primi 45 giri dei Rolling Stones, autografati da Andrew Oldham, loro scopritore, manager e produttore. Red apre il pacco di dischi avidamente e nel frattempo Diego esegue un suo omaggio cantando “As The Tears Go By”.

È stata una serata di sorprese musicali e anche l’ultimo ospite è una piacevolissima scoperta. È di Vicenza, si chiama David Maria Campese, ma il suo nome d’arte è Hurricane. Come biglietto da visita, fa ascoltare il suo primo singolo uscito, “Wide Open”. Si comprende subito che ha una bellissima voce, di quelle che fanno stare bene, e un bel tocco sulla chitarra. Canta in inglese con piglio da cantautore di ballad che regalano emozioni. Inaspettatamente, come secondo brano, sceglie di proporre una sua versione di “Fly Me To The Moon” di Frank Sinatra, rivisitata in modo davvero efficace. Nel raccontarci di sé mostra una grande sensibilità: il suo sentirsi fuori posto ovunque e il voler spazzare via il passato lo hanno spinto a scrivere e a desiderare di avere un uragano nel nome. Come ultimi brani ci regala “Magical”, scritto pensando a chi non c’è più e ci accompagna da un’altra dimensione in modo magico, e infine, “Toma”, ispirato alla tragica vicenda di “El Mimo”, giovane artista cilena che ha perso la vita negli scontri di piazza del 2018.

 

Articolo di Luisa Marchiaro

È possibile vedere il video completo di questa puntata del Barone Rosso su Red Ronnie Tv.

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